I tessuti calabresi non varcano
quasi mai il cerchio delle famiglie in seno alle quali sono creati ed alle
quali sono dedicati.
Sono ideati ed eseguiti dalle donne di casa, senza nessun intento di lucro,
ma solo per fornire il corredo alle giovani spose.
Un vecchio telaio accoglie trama e ordito. Il prossimo campo fornisce il lino.
La capra e la pecora domestica forniscono la lana. Il bozzolo coltivato in
famiglia, dà il filo di seta, e le erbe raccolte e filtrate dalle stesse
tessitrici forniscono i colori, quei colori caldi come il sole di quelle terre
e luminosi come i suoi orizzonti.
Solamente la tradizione domestica fornisce i disegni.
La tessitrice non si tiene strettamente soggetta ad alcun modello, ma lavora
di fantasia intorno ad un tipo di tessuto che nella famiglia si produce di
generazione in generazione. V'è un punto detto del capriolo, uno detto
del caprio, uno detto della vigna francese ed altri che hanno una vaga corrispondenza
colla rappresentazione delle figure.
Bizzarri, dunque, i nomi, bizzarri i disegni, bizzarro, ma pur luminoso l'accozzo
di colori.
Olga L'ANDOLINA
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I COSTUMI DELLA CALABRIA |
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