Periodo Bizantino

Con l'avvento dei Bizantini nel 535 d.C., dopo la guerra greco-gotica, protrattasi fino al 533, si ha una ripresa economica dell'intera Calabria, ma soprattutto di quei territori lungo la costa ionica in cui si venne a creare una sorta di "angolo d'oriente" in un ambiente naturalmente predisposto. E' proprio in questo periodo che assunse il nome di Calabria, che fino allora indicava il Salento. Più che di un equivoco, fu il frutto di un espediente al quale ricorsero i Bizantini per non ammettere ufficialmente che uno dei territori più importanti era stato irrimediabilmente perduto.
Tale periodo di tranquillità venne, però, contrastato dalle incursioni dei Longobardi, fino al X secolo, i quali, per circa due secoli (VI-VII) s'impadronirono di Cosenza, incorporandola nel Ducato di Benevento, dando vita ad una serie di unità amministrative dette gastaldi e fondando colonie militari come quelle di Longobardi e Mormanno. Per diversi secoli, la Calabria diventò non solo un immenso campo di battaglia ma una terra di mezzo, nello stesso tempo occasione di scontro e d'incontro tra le diverse civiltà.
Al X secolo corrisponde la restaurazione del potere bizantino ad opera Niceforo Foca, in seguito del disfacimento di quello longobardo a causa delle lotte avvenute contro gli imperatori germanici della dinastia Sassone.

Erano però già iniziate le incursioni saracene, che non furono delle vere e proprie invasioni (anche se stabilirono della basi lungo la costa, Siberena, l'odierna Santa Severina, Amantea, Tropea, che però non durarono più di qualche decennio, perché l'offensiva bizantina, condotta da Niceforo Foca nell'882, li respinse in mare), ma delle rapide razzie che condizionarono notevolmente la politica degli insediamenti umani e la vita dei calabresi. Fu, infatti, proprio in questo periodo che avvenne la vera e propria fuga delle popolazioni dalle coste verso l'interno. Questo fenomeno, iniziato sotto i Romani, a causa delle infezioni malariche che infestavano le marine, divenne inarrestabile. Nacquero e si potenziarono gli insediamenti sulle alture, lontani dalle vie di comunicazione principali, chiusi ognuno in sé, realizzati, spesso, disboscando interi territori e quindi accentuando il dissesto idrogeologico. La prima incursione documentata, é quella di Reggio nell'812 e per quasi un millennio le invasioni degli Arabi furono una costante nella storia calabrese. Fino all'ultima del 1793 che interessò Pizzo e Tropea.

Il dominio bizantino, dopo essere stato vanamente attaccato da Ottone II (982) cadde facilmente sotto i colpi dei Normanni che ne portarono a termine la conquista in soli dieci anni. (1050-1060).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sintesi dell'itinerario turistico e culturale nella Calabria bizantina;