FRANCESCO LOCANE PUBBLICA “LA GUERRA IN CUCINA”
PARGHELIA - Le antologie, le enciclopedie ed i racconti hanno, come denominatore comune, il fatto di rappresentare nelle loro pagine colori, volti, voci e sentimenti che compongono, nella loro straordinaria ed irriducibile eterogeneità, la realtà, le storie del mondo. E’ il caso di Francesco Locane, giovane scrittore, originario di Parghelia ma cresciuto a Gorizia, ora accasato a Bologna, dove lavora come conduttore radiofonico per Città del Capo Radio Metropolitana e come creatore di contenuti web per l’editoria, vantando una ricchissima carriera di giornalista e di critico cinematografico. Locane ha pubblicato “La guerra in cucina” (Eumesswill, pp. 229, euro 14) che ha inaugurato la nuova collana “I libri di Belasco”, diretta dallo scrittore bolognese, Gianluca Morozzi. Locane, che ha già pubblicato per le edizioni della Laguna “Tempi diversi”, ha un blog che si chiama “A day in the life”. Lo scrittore irlandese Frank O’Connor nel suo saggio“The Lonely Voice” (La voce solitaria) ha celebrato il racconto, affermando come il racconto costituisca il genere adatto a parlare di individui isolati, di coloro che vivono e, per certi aspetti, sono ai margini della società. I racconti hanno la cifra della conclusività, il piacere della conclusione della consequenzialità narrativa che ne scandisce il genere. Ma nei racconti de “La guerra in cucina” di Locane, pur essendoci una precisa volontà di confini narrativi, riferimenti geografici e culturali determinati, si nota un “andare al di là”, un gioco di confine e di sconfinamento, nei quali vi è un desiderio ed un bisogno di realtà al pari di un’istanza che tende ad andare oltre la realtà stessa. “Il cacciatore Gracco”, un meraviglioso frammento di Frank Kafka, si chiude quando il cacciatore – un morto che non riesce ad entrare nel regno dei morti – si sente chiedere dal sindaco di una città di mare per quanto tempo intenda prolungare il suo soggiorno. “Non ve lo so dire, borgomastro” risponde il protagonista “la mia barca è senza timone e viaggia col vento che soffia nelle più basse regioni della morte”. Una non conclusione, dunque, che, però, rimane nella memoria come una delle più significative testimonianze letterarie. Come avviene in un racconto della raccolta “Passeranno anche stanotte”, nel quale Locane traccia il significato della vita trascorsa nella bellissima terra di confine di Gorizia, fucina di culture e di altissime mescolanze ed elaborazioni intellettuali o nel racconto dal quale prende il titolo la sua ultima pubblicazione e che narra della guerra nella ex Jugoslavia. Locane, nei suoi scritti, riflette ed approfondisce con acume intorno a quel banco di prova di credibilità dell’ Europa, rappresentato dai Balcani. Temi importanti, tradotti in narrazione, che hanno indotto il grande giornalista e scrittore Paolo Rumiz ad affermare che quell’Europa nata con il crollo del Muro di Berlino è morta a Sarajevo. I ritmi narrativi di Francesco Locane sono armonici ed indovinati, le parole vengono pesate e levigate, così i periodi che si avvicinano ad un flusso di coscienza, come accade in “Per due persone” ed in “Denti”, vere e proprie perle, straordinarie per delicatezza. O in “La prima volta”, o ancora, in modo meno appariscente, in “Ferro nero”, storia misterico – erotica di un folle innamoramento, come anche in “Lista della spesa”. Sorprendente - proprio come se si trattasse di una ghost track - “The Inner Groove”, dalle atmosfere surreali e rarefatte. Francesco Locane è, dunque, un significativo rappresentante della nuova narrativa che si affianca ad autori come Tullio Avoledo, Emiliano Gucci, allo stesso Gianluca Morozzi, a Divier Nelli, a Valerio Varesi e Marco Vichi che fanno emergere un mondo ancora sommerso, svelandone i segreti, i simboli e le sfaccettature, gli aspetti più trascurati. I racconti di Francesco Locane appaiono in diverse riviste ed antologie quali Fernandel, Mondadori, Il Manifesto Libri, Scuola Sarda Editrice e Manni Editore. Da “Passeranno anche stanotte”, Locane ha tratto una sceneggiatura per un omonimo corto, coprodotto tra Italia e Slovenia, che ha partecipato a numerosi festival cinematografici in Italia ed all’estero. Tra i principali racconti di Locane figurano: “Verso dove”, “A fuoco lento”, “Hard blog”, “Quando suona la campanella”, “Incroci a raso” e “Quello che c’è tra noi”. La parola “testo” deriva dal latino texere, nel senso pratico di fare una tela, Locane, con i suoi scritti, intreccia linguaggi storie che danno corpo ad una nuova, giovane letteratura italiana.
Eduardo Meligrana
Il Quotidiano della Calabria 18 dicembre 2009 pag. 27