«SALVARE L’ORGANO DI ZACCANOPOLI»
Don Francesco Sicari creerà un comitato per restituire lo strumento ai fedeli
ZACCANOPOLI Camillo Langone, il giornalista che si è inventato la figura del critico liturgico indica una via ben precisa contro la crisi della liturgia: «Una messa celebrata in qualsiasi lingua e con qualsivoglia messale (Pio V, Paolo VI) purché seguito alla lettera. Niente soggettivismi, né del sacerdote né dei laici, perché il protagonista della messa è Dio, non l’uomo. E quindi musica di organo a canne, predica breve e aderente al Vangelo, genuflessione alla consacrazione, comunione sulla lingua, avvisi finali ridotti al minimo, niente applausi, niente auguri di buon giorno buona sera buona settimana». Non è casuale che Langone suggerisca il ritorno, nei luoghi di culto, dell’organo a canne, contro le tendenze moderniste a usare terribili tastiere elettroniche e scordate chitarre folk. Di parere similare è don Francesco Sicari, guida spirituale degli zaccanopolesi che da molto tempo ha preso a cuore l’ormai annosa questione legata all’organo a canne un tempo ubicato presso la chiesa locale intestata alla Madonna della Neve. I fatti. Nel 2004 proprio su impulso di don Sicari e interessamento del compianto ex assessore Mangialavori, la Regione Calabria concesse un contributo di 26 mila euro per la sistemazione dello strumento. Le opere di manutenzione vennero avviate con solerzia. Il lavoro, affidato a un restauratore di Cosenza regolarmente accreditato presso la Sovrintendenza regionale. Incassata la prima tranche si contributi, pari a 10 mila ero, i lavori subirono un brusco rallentamento. Insospettito della circostanza, don Francesco Sicari si decise a verificare il loro stato. La scoperta fu raccapricciante. L’organo è stato trovato in un casolare umido e antigienico, in condizioni fatiscenti e danneggiato in molte sue componenti. A quel punto è scattata l’azione di repressione giudiziaria con tanto di denuncia penale. Nel frattempo, la parrocchia, assistita dallo studio Lo Cane e Isolabella, ha incassato un primo risultato positivo: l’organo è stato sottoposto a sequestro dalla competente autorità cosentina e per la sua custodia nominato il titolare della parrocchia di Zaccanopoli. Cosicché l’organo a canne ha fatto rientro a casa. L’altro ieri nella chiesa si è tenuta un’iniziativa tesa a illustrare agli zaccanopolesi l’attuale situazione. Il primo a prendere la parola è stato don Francesco Sicari che ha ripercorso tutte le vicende relative alla fattispecie, preannunciando la creazione di un comitato ad hoc. Di seguito è intervenuto Salvatore Pronestì che è titolare di una Bottega organaria a Sant’Onofrio. Il giovane artigiano è stato nominato dal vescovo, monsignor Luigi Renzo, quale consulente di parte. E’ stato proprio lui a illustrare con dovizia di particolari, le gravissime manchevolezze della ditta che aveva in custodia l’organo per ripararlo e gli ulteriori danni arrecati da quest’ultima. Coadiuvato, in tale operazione, da una esaustiva rassegna fotografica. Si è appurato, ad esempio, che rispetto alla situazione originaria, lo strumento è stato privato di ben 250 canne. Salvatore Pronestì ha poi indicato con estrema precisione e competenza tutti gli interventi necessari al recupero dello strumento. Il perito ha sollecitato un intervento immediato per evitare che l’organo a canne subisca ulteriori ed irreversibili danni. In particolare ha suggerito la rapida effettuazione di un inventario delle varie componenti dell’organo e il trattamento antitarlo e antiruggine. L’organo risale al 1877 e il suo valore è stimabile in misura non inferiore a 350mila euro. Ma per la comunità di Zaccanopoli, l’organo rappresenta un solido legame con la storia e con la propria tradizione ed é, dunque, di valore incommensurabile. A questo punto, il problema principale, come può essere facilmente intuito, é reperire i fondi per un sollecito intervento. La somma necessaria al ripristino dell’organo a canne è pari a 65mila euro. Un importo che, naturalmente, implica il coinvolgimento degli enti pubblici ai vari livelli. Presenti all’iniziativa anche il legale Giovanna Lo Cane e il neo eletto sindaco Pasquale Caparra che ha assicurato il massimo sostegno del Comune a e ogni intervento utile a risolvere positivamente la vicenda.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 15 aprile 2010, p. 36