OPERAIO 33ENNE MUORE TRAVOLTO DAL CEMENTO
Reggio, incidente sul lavoro nel cantiere diga del Menta
REGGIO CALABRIA Stava lavorando come ogni giorno Aldo Ferraro. Doveva portare a termine lo sbancamento di un terreno, sotto la fitta pioggia di questi giorni. L’operaio 33enne non sapeva che quel muro di contenimento posto di lato a lui avrebbe patito un cedimento fatale. E’ morto così, travolto dal cemento Aldo, in una fredda giornata di febbraio nel quartier di Bocale II, periferia sud di Reggio Calabria. Una tragedia incredibile, sicuramente non facilmente spiegabile. Sono le 11:30 di ieri ed in località Vico D’Angelo i lavori procedono come sempre. Si tratta della realizzazione delle condotte idriche rientranti nel più ampio progetto della diga del Menta, quella che dovrebbe “sedare” la sete d’acqua della città reggina. Serve eseguire i lavori di sbancamento per la realizzazione di un solco per l’interramento di un tubo. Nulla che non sia già stato fatto in altri posti e senza inconvenienti. Gli operai conoscono bene il loro lavoro, sanno quali sono i pericoli ma non possono prevedere l’imponderabile: all’improvviso, infatti, un muro di cemento di contenimento dell’altezza di quattro metri cede di schianto e travolge Aldo Ferraro. L’uomo, sposato, era nativo di Tropea e risiedeva a Zambrone in via 25 aprile. L’impatto è devastante e non lascia scampo al povero operaio che lavorava per conto della società “Torrente menta”. A Bocale si vivono attimi di autentico terrore. Subito vengono chiamati i soccorsi per provare a strappare Ferraro alla morte. Tutto inutile. I medici giunti sul posto non possono fare altro che constatare il decesso del giovane. In località Vico D’Angelo intervengono anche i carabinieri della stazione di Pellaro. A Bocale giunge inoltre un equipaggio dei vigili del fuoco del comando provinciale che ha l’ingrato compito di recuperare la salma di Ferraro rimasta intrappolata sotto le macerie. Arrivano anche gli esperti della sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri per i rilievi del caso. Ci sono tanti lat oscuri da comprendere e per questo vengono anche attivati gli ispettori del lavoro per gli aspetti di loro competenza. Le indagini sono affidate ai militari della stazione di Pellaro che, coordinati dalla procura della Repubblica reggina, dovranno adesso provare a chiarire fino in fondo come siano andate le cose in località Vico D’Angelo e se tutte le misure di sicurezza sono state osservate per evitare tragedie come quella accaduta nella mattinata di ieri. Accertamenti che non restituiranno alla vita il povero Aldo Ferraro ma che certamente serviranno a far luce sull’ennesima morte sul lavoro in salsa italiana.
Consolato Minniti
Pubblicato su Calabria Ora il 9 febbraio 2010, p. 13