la manifestazione
E GLI ANZIANI FANNO FESTA
Zungri, “giovani” 80enni tra canti e racconti
ZUNGRI Anziani che… cantano, scambiano battute, rievocano episodi del tempo che fu, parlano di agricoltura, discutono della mala salute, sorridono. Per una volta sono stati loro, i protagonisti di una gelida serata invernale, riscaldata da un’umanità intensa e feconda di positivi riscontri. La scorsa domenica la comunità zungrese ha esaltato i capisaldi della sua storia contemporanea, rendendoli protagonisti di un’iniziativa semplice e coinvolgente. La seconda edizione della “Festa dell’anziano” è stata organizzata dalla parrocchia zungrese San Nicola vescovo e dalla Caritas interparrocchiale e si è svolta nel salone parrocchiale “Giovanni Paolo II”. Regista dell’iniziativa, don Felice La Rosa, guida spirituale degli zungresi. Presente all’evento anche Francesco Fiamingo, zungrese doc e ricercatore per passione, che ha allestito una mostra fotografica ricca e suggestiva, interamente dedicata alla vecchia Zungri. Volti e paesaggi che non ci sono più, ma che hanno lasciato una traccia indelebile nei cuori di quanti li hanno conosciuti e vissuti. L’immagine più scanzonata, quella di un anziano che canta vecchi stornelli d’amore. L’immagine più singolare quella di un’anziana che invita i corrispondenti delle testate giornalistiche locali a immortalare la sua presenza nel cenacolo zungrese. L’immagine più emozionante, quella di due over ottanta che si sorreggono a vicenda. Don Felice La Rosa che ha ideato e coordinato le varie fasi della manifestazione ha dichiarato: «Gli anziani rappresentano una grande ricchezza per la società. Il bagaglio umano e spirituale di cui sono portatori rappresenta un tesoro d’inestimabile valore. Dobbiamo essere grati ai nostri genitori e ai nostri nonni, non solo per il sostegno materiale datoci, ma anche per i loro profondi sentimenti d’affetto che hanno arricchito la nostra dimensione morale. Il bene più prezioso che abbiamo ricevuto in eredità -ha concluso il sacerdote- è il loro senso religioso che ci aiuta ad essere buoni cattolici e ad amare Gesù, giorno dopo giorno». Per l’occasione è stato allestito un banchetto di dolciumi, arricchito dalle delizie culinarie indigene, come alcuni vassoi di “cururicchie”. Per una volta, i problemi legati ai valori alti del colesterolo e del diabete sono stati ignorati. L’anagrafe dei partecipanti all’iniziativa appartiene allo scorso millennio. Ma il loro spirito, nel corso dei festeggiamenti, si è dimostrato vigile e vivace. Viene allora in mente un proverbio cinese, che recita: «A essere giovani s’impara da vecchio».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 19 gennaio 2010 p. 35