NATUZZA, LA MISTICA CHE PARLAVA AL CUORE DELLA GENTE
La morte di Natuzza Evolo, avvenuta nella giornata di Ognissanti, ha rappresentato l’ennesimo miracolo di fede cristiana perpetratosi grazie al carisma dell’umile donna di Paravati. Momenti caratterizzati da un alone di misticismo e da un miscuglio di emozioni, a volte contrastanti. Al senso di sopita tristezza ha fatto da contraltare un profondo sentimento di affidamento alla volontà divina. Sono stati migliaia i pellegrini che, nel corso di quelle giornate, si sono riversati nell’ampia spianata di proprietà della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, nata anni fa su ispirazione della mistica con le stigmate, per darle l’ultimo, estremo saluto. Fedeli giunti da tutte le regioni d’Italia, incuranti del maltempo che ha caratterizzato quei frangenti, nel luogo in cui sta nascendo la grande chiesa e le strutture ad essa connesse, richieste alla mistica con le stigmate dalla Madonna, nel corso di una delle tante sue apparizioni. Gente appartenente ad ogni ordine e grado, in gran parte facente parte dei cenacoli di preghiera mariani, sparsi in tutto il mondo su input di “Mamma Natuzza”. Testimoni silenti, forse inconsapevolmente, della santità e della bontà di una donna, moglie e madre di famiglia, che nell’arco dei suoi 85 anni di vita è riuscita a calamitare in questa sparuta terra di Calabria, milioni di pellegrini alla ricerca della fede o di una semplice parola di conforto. Una devozione palesata apertamente e più volte, nel corso di quelle commoventi giornate, anche dall'attuale vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo. Per il presule, subentrato circa due anni fa a monsignor Domenico Tarcisio Cortese, Natuzza Evolo è già entrata nella gloria dei santi. «Natuzza - ha affermato il prelato, nel corso dei funerali solenni celebrati davanti a migliaia di pellegrini e a numerosi vescovi calabresi - è già in Paradiso, accolta da santa tra i santi del cielo». Affermazione importante, palesata nei confronti «di un’anima tutto cuore, che avremmo voluto non morisse mai». Solo le ultime parole, in ordine di tempo, espresse da alte cariche della chiesa cattolica. Del resto, quella di Natuzza Evolo è stata una vita contrassegnata da intensi fenomeni mistici, che fin dall’inizio l’hanno posta all'attenzione dei media e degli specialisti del settore. Doti soprannaturali che, però, non hanno mai avuto il sopravvento sull'anziana donna, la quale si è sempre prodigata strenuamente per la salvezza delle anime, tenendo a sottolineare con pudore il suo essere «umile verme di terra». Una caratteristica, quest’ultima, testimoniata con i fatti, non solo a parole. Il suo vissuto è stato posto sotto la lente di ingrandimento da decine di scettici, senza che mai fosse trovato nulla che si discostasse dai dettami della Chiesa cattolica. Un esempio di apostolato laico, che ha prodotto frutti copiosi tra i fedeli, al di là dei carismi posseduti. “Tesori” che permarranno e che, anzi, si propagheranno ancor di più dopo la morte di Natuzza, così come dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, le numerose presenze di chi, giornalmente, si sta ancora oggi recando a visitare la tomba della mistica, situata nella cappella interna alla fondazione di religione e di culto. Un’eredità preziosa, da accudire con acume e, soprattutto, da non disperdere.
Giuseppe Currà
LA STORIA DI
MAMMA NATUZZA
Natuzza Evolo era nata il 23 agosto del 1924 a Paravati, frazione di Mileto. Cresciuta in un contesto sociale e religioso povero, si era sposata con Pasquale Nicolace, giovane falegname del luogo. Moglie e madre affettuosa, fin da subito aveva trasformato la sua casa in un rifugio per tutti. Una vita vissuta in semplicità, sconvolta dal verificarsi di fenomeni mistici, di cui lei, nonostante tutto, appariva ignara spettatrice. Correva l’anno 1994, allorquando la Madonna, presentatasi con il titolo di “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” assicurava Natuzza sul fatto che in futuro proprio a Paravati si sarebbe realizzata un’opera dal grande contenuto spirituale. Grande chiesa e relative strutture, attualmente in fase di realizzazione, che una volta concluse daranno vita alla “Villa della Gioia”.
g.cur.
Se volete accettate queste mie povere parole perché sono utili per la salvezza della nostra anima. Se non vi sentite, non abbiate timore perché la Madonna e Gesù vi ameranno lo stesso. Io ho avuto sofferenze e gioie e ne ho ancora: ristoro all’anima mia. Rinnovo il mio amore per tutti. Vi assicuro che non abbandono nessuno. Voglio a tutti bene. E anche quando sarò dall’altra parte, continuerò ad amarvi e a pregare per voi. Vi auguro che siate felici così come sono io con Gesù e la Madonna.
Natuzza Evolo
Dal “Testamento spirituale” dell’11 febbraio 1998
Cronache Aramonesi, anno VI n. 1, gennaio 2010