La nomina
INCARICO PER DON FELICE LO ROSA
Il sacerdote zungrese designato alla guida della fondazione “Migrantes”
ZUNGRI Emiliano Jiménez Hernàndez è un teologo di fama internazionale che ha studiato a lungo “Il discorso della montagna”. Il risultato è contenuto nella pubblicazione di un saggio approfondito, dall’omonimo titolo, nel quale l’autore propone una disamina a trecentosessanta gradi del primo dei grandi discorsi di Gesù raccolti da Matteo. «E’ il primo non solo perché occupa il primo posto -scrive l’autore nella sua introduzione- ma per il valore unico e singolare che possiede. La forza del suo contenuto e l’arte della sua composizione ne fanno la perla del Vangelo, il gioiello della fede cristiana». In uno dei passaggi cruciali del passo evangelico in argomento, Gesù afferma: «Beati gli afflitti perché saranno consolati». L’annuncio della gioia donata da Dio si rivolge, pertanto, ai perseguitati, ai poveri a coloro che hanno il cuore schiacciato dalla sofferenza. La fondazione “Migrantes” s’inquadra, perfettamente, in tale contesto. Trattasi di un organismo costituito dalla Conferenza episcopale italiana, sorto, come recita l’articolo uno del suo atto di fondazione «per assicurare l’assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri, per promuovere nelle comunità cristiane atteggiamenti di fraterna accoglienza nei loro riguardi, per stimolare nella stessa comunità civile la comprensione e la valorizzazione della loro identità in un clima di pacifica convivenza rispettosa dei diritti della persona umana». In sostanza, l’ambito nel quale la fondazione esercita la sua attività è rappresentato dalle persone coinvolte dal fenomeno della mobilità umana. Con formale provvedimento di qualche giorno fa, il vescovo monsignor Luigi Renzo, ha affidato la direzione dell’Ufficio diocesano per la pastorale migrazioni a don Felice La Rosa, sacerdote presso la parrocchia San Nicola di Zungri. Don Felice La Rosa ha accolto la decisione vescovile con entusiasmo e soddisfazione e, al riguardo, ha dichiarato: «Il mio impegno tanto per gli emigrati della diocesi all’estero, quanto per gli immigrati sarà dispiegato con dedizione e costanza. Considero questa nomina -ha aggiunto don La Rosa- un privilegio, perché mi offre la possibilità di impegnarmi fattivamente, moralmente e spiritualmente in favore di chi, tradizionalmente, viene considerato “ultimo” dalle consolidate gerarchie sociali, culturali ed economiche. Il mio pensiero corre a Sant’Agostino: Me servire cogit libera caritas (Un amore che è libero mi costringe a servire)». La prestigiosa nomina precede di qualche settimana la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si svolgerà domenica 17 gennaio 2010 e sarà dedicata al tema: “I migranti e i rifugiati minorenni”. Per tale occasione, il Papa ha già indirizzato ai fedeli il suo messaggio, nel quale, fra l’altro, c’è scritto: «Mentre esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità vorrei invitare tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel cuore le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato” (Mt 25 35)».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 24 dicembre 2009, p. 36