ZUNGRI, INIZIO TRA MOLTI DISAGI
Trentadue alunni stipati in una classe. Scatta la protesta dei genitori
ZUNGRI Efficientismo a tutti i costi. E’ la nuova frontiera del terzo millennio. Un dogma dal quale è impossibile sottrarsi. E se qualcuno si permette di mettere in discussione le sue modalità di attuazione… apriti cielo! Nella migliore delle ipotesi si passa per sfaticati, nella peggiore, come nemici giurati dell’amministrazione finanziaria pubblica. Il principe don Fabrizio Corbera capì tutto ciò con grande anticipo e decise di sottrarsi dal contesto sociopolitico contemporaneo. I genitori dei giovani alunni zungresi, però, sono meno fortunati del fantastico personaggio creato dalla felice penna del principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Per ragioni giuridiche e morali non possono proprio disinteressarsi alla sorte dei loro discendenti. Ed è proprio per questo motivo che al primo giorno di scuola, tutt’altro che felici per la sorte dei loro figli, hanno protestato formalmente innanzi alla sede dell’ex scuola media. Le prossime mosse ventilate dai genitori, potrebbero tradursi in gesti di clamorosa protesta: la richiesta unanime del nulla osta per il trasferimento degli allievi e la restituzione dei certificati elettorali all’Ufficio territoriale del governo. I fatti. Gli alunni della scuola secondaria di primo grado, provenienti da quella primaria, sono ventotto. Ad essi si sono aggiunti quattro alunni ripetenti. Risultato, l’unica classe è composta da ben trentadue allievi. Verrebbe tanto da citare il titolo di una commedia pirandelliana: “Ma non è una cosa seria”. Pensare di istruire, in contemporanea ben trentadue alunni, per giunta in uno spazio “inventato” in zona Cesarini, significa trasformare il diritto allo studio in una commedia. Tutto sembra reale… ma non è che si tratta di una semplice rappresentazione? Il dubbio sorge spontaneo. E ciò non solo per il numero degli allievi, comunque considerevole, quanto, soprattutto perché l’edificio scolastico non possiede spazi ed aule rilevanti da ospitare una classe così numerosa. Circostanza, quest’ultima, sottolineata da Francesco Galati, sindaco di Zungri, in una recente missiva indirizzata agli organi competenti. Ciononostante, in adempimento ai propri doveri istituzionali e politici, l’amministrazione locale, comunque, ha allestito un’aula necessaria alla bisogna, ricavandola dalla sala riunione dei docenti, inevitabilmente rimpicciolita oltre ogni misura. Dal canto suo, la dirigente dell’Istituto comprensivo di Zungri, Rosa Maria Rizzo, ha prospettato alle superiori istituzioni scolastiche la situazione invocando l’adozione di tutti i provvedimenti del caso. Ma sembra che complicatissime ragioni burocratiche e i soliti cavilli di una legislazione che prevede tutto e il contrario di tutto, rendano impossibile una soluzione. In pratica, l’organico ormai è definito e non è possibile assegnare alla scuola interessata al disagio nuovi docenti. Tanto più che per l’Ufficio scolastico provinciale non ci sarebbero docenti disponibili. Insomma, l’anno scolastico ormai è iniziato e, a quanto sembra, nessuno può farci nulla per mettere le cose a posto. Praticamente come al gioco delle roulette: «Les jeux sont fait, rien ne va plus». Certo accostare il diritto allo studio ad un gioco d’azzardo, mette qualche brivido addosso, però, nella fattispecie, si può scorgere qualche lontana similitudine. La sua reale attuazione, nel caso concreto, infatti, è connotato da una significativa aleatorietà. Adesso la parola passa alle deputate istituzioni. L’auspicio è che i loro rappresentanti non s’ispirino al motto: «Indietro non si torna». Perché, così, difficilmente si andrà avanti…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 15 settembre 2009, p. 36