L’INTRAMONTABILE FASCINO DELLE TELE DI GIUSEPPE VITETTA
Fino al 16 agosto le opere dell’artista saranno esposte alla marina di Pizzo
PIZZO Arturo Graf ha scritto: «La realtà è un frastuono di cui l’arte deve sapere fare un’armonia». Un aforisma che calza a pennello… per l’affermato pittore Giuseppe Vitetta. In un mondo fagocitato da un terrificante «frastuono», le opere dell’artista tropeano restituiscono alla realtà una dimensione umana. L’arte di Giuseppe Vitetta, vista con gli occhi degli uomini del terzo millennio, non appare affatto crepuscolare. Il pittore di Tropea, infatti, non si limita a dipingere opere che raffigurano un mondo ormai scomparso. Esse conferiscono, invece, alla fitta rete delle relazioni sociali contemporanee un ordine culturale che è il presupposto stesso di una nuova ritrovata «armonia» interiore. Nei quadri di Vitetta si afferma prepotentemente l’identità di un popolo che nell’ultimo ventennio ha subito una vera e propria mutazione antropologica. Anche le radici più profonde sono soggette all’usura del tempo e alla forza distruttiva dell’oblio. Giuseppe Vitetta compie un piccolo miracolo laico e interrompe tale processo. Riappropriarsi del passato senza nostalgie di sorta e offrire alla società contemporanea indigena un’anima sono le due direttrici sulle quali si muove la pittura del noto artista di Tropea. La puntuale ricerca delle peculiarità dei costumi e del modus vivendi locali è fluida e lineare. Ed è proprio essa che conferisce alla sua ars pittorica un dinamismo congenito. La sagace contestualizzazione di figure, oggetti, paesaggi è il pezzo forte delle sue esecuzioni. La tecnica, sopraffina e pastosa, denota una capacità espressiva più unica che rara. Le sue creazioni offrono squarci di umanità efficaci che aprono le vie del cuore e quelle della memoria. C’è poi una componente spirituale nelle tele che si manifesta con discrezione struggente. Dalle sue opere emerge un monito preciso che, capovolgendo l’assunto di Friedrich Nietzsche, potrebbe essere così riassunto: «Dio non è morto». Persona di elevato spessore umano, offre la sua semplicità e l’irrefrenabile e possente vena artistica al servizio dell’humus culturale di cui è figlio e interprete sapiente, originale. Le personale di Giuseppe Vitetta è stata inaugurata l’1 agosto a Pizzo marina e le sue tele rimarranno esposte fino al 16 agosto presso il museo della Tonnara. Presenti alla cerimonia di inaugurazione molti artisti vibonesi, il sindaco di Pizzo, Fernando Nicotra e l’assessore al Turismo della provincia Gianluca Callipo. Presentate contestualmente a quelle del maestro di Tropea anche le opere di due giovani artiste: Marianna Fusca residente in Vibo Valentia, frazione Porto Salvo e Caterina Rizzo, originaria di Santa Domenica di Ricadi ma residente a Pizzo.
Corrado L’Andolina