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Zambrone nella storia attraverso le fonti
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Da Casalis a Comune autonomo
Zambrone nella storia attraverso le fonti
“Inde est Sambronum, quod adacem significat cum oleo et vino nobili ... supra est Joannum; inde Urben versus est Daphna, et juxta. Daphna iterum a lauris dicta”.
Così scriveva lo scrittore Gabriele Barrio nella sua famosa opera De Antiquitate et situ Calabriae.
Lo scrittore, nato a Francica (VV) nel 1506 fece con questo lavoro un vero e proprio reportage della Calabria dei suoi tempi, partendo dai fatti dell’antica Grecia. La ricchezza della sua descrizione é data dal fatto che non trascura niente di quello che ritiene notevole da segnalare: esamina i villaggi, i fiumi, le spiagge; per ogni città descrive i prodotti, la struttura e l'origine, con minuzia e precisione di particolari. Interessante é la spiegazione circa l'origine del nome di “Zambrone” che a quanto pare significherebbe “nobile per olio e vino”, testimonianza, questa, di quanto già ai suoi tempi la cultura della vite e dell'ulivo fosse in questo terreno importante e generosa. “Sopra vi é Giovanno” probabilmente l’attuale San Giovanni (ricordiamo che il Barrio nella sua descrizione partiva dalle coste e si addentrava poi verso l'interno). “Di lì verso la città c'é Daffinà e, nei pressi Daffinà di nuovo” (chiaramente uno dei due é Daffinacello). Quasi un secolo dopo, il Sergio riprende e arricchisce il lavoro del Barrio e parlando di Zambrone, afferma che: “dista dal mare mille passi di difficilissimo cammino”. Scrive ancora: “In questo borgo si segnala una grand’abbondanza di arbusti di cotone, che vengono offerti in tutta Europa... Anticamente tra il promontorio e il borgo si trovava un altro villaggio di nome San Giovanni di Cutridi, che fu distrutto e spopolato dai pirati barbari”. Nel 1600 dunque Zambrone era un paese fiorente, con una popolazione industriosa e attiva che si dedicava alacramente sia alla coltura che al commercio. Molti dei suoi terreni erano però di proprietà dei nobili di Tropea, che spesso vi si recavano per controllare i raccolti.
Infatti in quegli anni e fino agli inizi del 1800, Zambrone fu Casale di Tropea insieme con altri 22 villaggi limitrofi e cioé: Parghelia, Alafito, Zaccanopoli, Fitili, Daffinacello, Daffinà, San Giovanni, Drapia, Gasponi, Santa Domenica, Ciaramiti, Brattirò, Caridi, Canciadi, Spilinga, Panagna, Lampazzoni, Barbalaconi, Ricadi, Orsigliadi, Brivadi e San Nicolò.
I Casali erano riconosciuti come università rurali, ma dipendevano in tutto e per tutto dalla città capoluogo. A capo di ciascuno di essi era un sindaco, eletto a cura dei due sindaci di Tropea e i cui compiti consistevano, essenzialmente, nella ripartizione e nella riscossione dei tributi.
Giuseppe Galanti, nel suo “Giornale di viaggio” scritto nel 1792 dopo il suo viaggio in Calabria, c'informa che Tropea con i suoi Casali formava una giurisdizione ed un'Università. Vi erano in quell'epoca due ceti: il primo composto da sessanta famiglie nobili e il secondo, dal resto del popolo. I rappresentati dei due ceti formavano due specie di parlamento, dei quali il primo aveva una rappresentanza generale e l'altro era invece particolare di ciascun ceto. Ogni ceto eleggeva il suo Sindaco. I due Sindaci avevano soprattutto il compito di esercitare la giurisdizione economica, mentre i Parlamenti venivano convocati per gli affari pubblici. Tropea godeva dunque di un vasto territorio e di una fiorente economia, grazie anche agli introiti dei suoi casali.
Nel 1600 la Città aveva vissuto però un momento davvero drammatico, quando aveva rischiato di essere venduta a Vincenzo Ruffo, principe di Scilla, per la modica cifra di uno 191041 ducati, essendo stata offerta, come altre città, al migliore offerente dai regnanti spagnoli “per soccorrere ai bisogni del Regno” che in quel periodo attraversava una grave crisi economica. Scongiurato il pericolo, grazie agli illustri tropeani Alosio De Lauro e Ferdinando D'Aquino che si attivarono per l’annullamento della vendita, Tropea riprese la sua vita politica, sociale ed economica e continuò a gravare di tasse i suoi casali. Nel 1722 Zambrone fu protagonista, tra gli altri, di quella rivolta dei "Casali di Tropea" contro il Capoluogo e le esazioni fiscali (Di Bella) che tenne in assedio la città per diversi giorni. Questa fu una delle tante rivolte contro Tropea, per problemi di tributi e di insofferenza per i rapporti di tipo ancora feudale.
Nel corso del Settecento, inoltre, vi furono sensibili trasformazioni nell'economia: le classi borghesi emergenti cominciarono ad avere nei Casali un peso sempre maggiore e ciò portò ad un progressivo indebolirsi del predominio economico delle vecchie famiglie del patriziato tropeano. Le ribellioni si attenuarono soltanto con l'avvento della Repubblica Partenopea (1799).
Fu il generale Jean-Etienne Championnet a disegnare la nuova mappa politico-amministrativo dei luoghi, seguendo le direttive di Giuseppe Napoleone che decise di dividere il Regno in Province, Distretti e Governi. I francesi, per la legge 19/1/1807, fecero allora di Zambrone un luogo, ossia Università, nel cosiddetto “Governo di Parghelia”. Ecco come apparve verso la fine del 1700 Zambrone secondo la descrizione di S. Giustiniani: “Zambrone, Casale della Reggia Città di Tropea, compreso nella sua diocesi superiore in Calabria Ulteriore, a distanza di tre miglia dalla città, é abitato da circa 700 individui addetti all'agricoltura ed alla pastorizia. E' situato in collina bonaria”. Il Sacco più o meno nello stesso periodo, ce lo descrive così: “Casale regio di Tropea, il quale giace sopra una collina d'aria buona e nella distanza di due miglia dalla città di Tropea. Sono da notarsi in questo Regio casale una Chiesa parrocchiale di mediocre struttura ed una confraternita laicale sotto il titolo dell'Immacolata Concezione”. Nel riordino disposto per decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni, Zambrone venne incluso tra questi e gli furono assegnati le frazioni, o villaggi, di San Giovanni, Daffinà e Daffinacello. Con la nuova sistemazione amministrativa della regione, disposta con la legge 1 maggio 1816, unitamente alle frazioni, veniva assegnato al Circondario di Tropea.
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
frazione San Giovanni, Viale Antonio Gramsci numero 3 - 89867 Zambrone (VV) - Italia