L’incontro
“LA PREGHIERA UNISCE I POPOLI”
La visita del cardinale De Giorgi al santuario Mariano Zungri
Zungri Il 16 luglio 2006 con provvedimento di Domenico Tarcisio Cortese vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, la chiesa del centro storico di Zungri, luogo di culto della Madonna Santissima della Neve, è stata dichiarata “santuario Mariano”. Il primo anniversario di questa importante ricorrenza è stato rievocato da una messa che rimarrà impressa nel cuore degli zungresi a lungo. Il merito è di don Felice La Rosa, sacerdote della locale parrocchia che con questa iniziativa ha confermato di possedere una straordinaria sensibilità culturale e religiosa. Il prelato per l’occasione ha proposto alla comunità un momento di intensa e partecipata riflessione. La messa è stata celebrata nell’ambito della novena che precede i solenni festeggiamenti in onore della Madonna Santissima della Neve che si svolgeranno dal 2 al 5 agosto. I componenti del relativo comitato hanno presenziato alla cerimonia. Alle celebrazioni hanno anche partecipato il sindaco Tino Mazzitelli, il consigliere provinciale di Zungri, Pasquale Mazzitelli e alcuni cittadini zungresi emigrati in Argentina giunti poche ore prima dell’evento. La consacrazione di una lapide appositamente posta sulla facciata della Chiesa ha preceduto il rito religioso che è stato celebrato dall’ospite d’onore, sua eminenza Salvatore De Giorgi, vescovo emerito di Palermo e membro del conclave, accolto dalle melodie intonate dal locale complesso bandistico “Giuseppe Verdi”. L’omelia del cardinale Salvatore De Giorgi si è sviluppata su due direttrici. Da un lato ha spiegato cosa rappresenti, per i credenti, un santuario Mariano, dall’altro, ha ribadito, con ricchi spunti soggettivi e riferimenti colti e puntuali, le idee del sommo pontefice, Benedetto XVI, sulla crisi religiosa nella contemporaneità. Il tutto, seguendo un filo logico chiaro che ha calamitato la viva attenzione della folla accorsa ad ascoltarlo e porgergli il suo caloroso saluto. “Il santuario -ha spiegato l’alto prelato- è la casa in cui risuona la potenza di Dio. E’ il luogo che ci aiuta a prendere coscienza dei nostri limiti. E’ il regno dell’ascolto e della preghiera. E Maria ne è la Maestra per eccellenza”. Il cardinale ha poi posto l’attenzione sulla necessità che i fedeli conoscano, appieno, la parola del Vangelo. A tale proposito ha citato San Girolamo, il quale sosteneva che: “L’ignoranza del Vangelo è ignoranza di Gesù. Non si può amare Gesù Cristo se non si conosce il Verbo”. Il santuario, diventa, pertanto, uno strumento di conoscenza. Ma è sul santuario come luogo di preghiera che il cardinale si è diffusamente soffermato: “Giovanni Paolo II ha dichiarato che un nitido percorso di fede si costruisce partendo dalla preghiera”. Il santuario, ha poi aggiunto il vescovo: “E’ il luogo della carità e della concordia. Maria unisce i fedeli nella pace. Ma soprattutto esso dà un senso e un’indicazione chiara alla vita, che é cammino permanente verso la conversione. Il santuario, infine, è sito di penitenza. Sacramento indispensabile per ottenere il perdono di Dio. E il perdono può essere concesso per il tramite del ministero indispensabile della Chiesa”. A tale proposito ha citato Sant’Agostino: “Io non crederei nel Vangelo se la Chiesa non mi desse la garanzia della sua autenticità”. Il porporato si è poi analiticamente soffermato sui mali della contemporaneità. Ha indicato i nemici della Chiesa nei processi socio-culturali denominati: secolarismo, materialismo pratico, relativismo etico e laicismo. “Il secolarismo -ha dichiarato il cardinale- induce gli uomini a vivere mettendo Dio tra parentesi; ci si comporta come se Dio non esistesse. Denaro, piacere e successo sono i nuovi idoli. Il materialismo pratico, invece, induce l’uomo moderno a perseguire unicamente il suo egoistico benessere. Obiettivo inutile se disgiunto dalla fede nel Signore. Il relativismo etico cancella i valori assoluti. Non esiste alcuna distinzione tra ciò che é buono e cattivo, tra la giustizia e l’ingiustizia. Così vengono esaltati anche gravi delitti, quali ad esempio l’aborto. Il laicismo, invece, sempre più aggressivo e intollerante, vorrebbe ridurre la Chiesa e i suoi pastori al silenzio”. Al termine della cerimonia l’ospite è stato omaggiato di un quadro realizzato da Michele Zappino, artista zungrese, già docente presso la Galleria di Brera.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 2 agosto 2007