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Curiosità su San Carlo Borromeo
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Piccole curiosità di una grande storia
Curiosità su San Carlo Borromeo
Carlo Borromeo nacque ad Arona (Va) il 2 ottobre 1538 e morì a Milano il 3 novembre 1584. La sua è la storia di un uomo giusto e severo prima e di un grande santo della cristianità poi; tanto grande, da essere diventato il patrono dei vescovi e dei catechisti e ad avere assunto, quale proprio emblema, il bastone pastorale. Gli zambronesi del loro santo patrono, venerato il quattro novembre, conoscono tutto: vita, opere, virtù e miracoli. Forse, meno conosciuti sono alcuni aspetti della vita privata sui quali vale la pena spendere qualche rigo. Carlo Borromeo ancora prima di diventare santo, ha sempre avuto grande attenzione per i valori della giustizia e dell'amicizia. Il suo carattere fu timido ed introverso, ciò non gli impedì di amare la musica e la poesia. Prendeva lezioni di violoncello e di liuto, intratteneva amici e parenti con canti, recitava poesie col poeta Girolamo Visciolo di Intra e declamava Cicerone con il proprio precettore Tommaso Mandriano. Era uno sportivo appassionato. Amava la caccia e una volta si vantò di avere ucciso in una sola battuta undici cinghiali e tre capre! Amava il gioco della "balla" e degli scacchi. Carlo era di buona tavola e l'amministratore Tullio Albanese per indurlo a tornare ad Arona, lo adescava prospettandogli pranzi e cene succulenti a base di: capponi, pernici, quaglie, olio, pere, uva, robiola, vino rosato (il suo preferito). Carlo da giovane deliziava il suo palato con sapori piccanti, gradiva infatti pesci in carpione, carne salata, salsicciotti e gustava il buon pane dei fornai di Arona preparato con la farina proveniente dal suo mulino. Carlo Borromeo fu un uomo colto e tenace, qualità che gli consentirono di bruciare tutte le tappe della sua carriera canonica in breve tempo. Il 6 dicembre 1559, a soli 21 anni, si laureò in Diritto Civile e Canonico. A 22 anni, lo zio Gian Angelo Medici (fratello della madre) divenuto papa Pio IV lo nominò vescovo. Nel 1562 fu poi ordinato prete e fatto arcivescovo di Milano. Le lettere scritte alle sorelle, da lui tanto amate (specie Anna, la sua prediletta) rivelano una figura dolce e sensibile, arricchita da elevati ed eccezionali sensi di umanità. All'inizio del 1584 incominciarono le sofferenze di Carlo. I medici si prodigarono in amorevoli cure e premurose raccomandazioni. Carlo Borromeo, di ciò quasi spazientito, rispose loro con una celebre massima, che svela la sua immensa e affascinante figura:
"Non sanno che Gesù ha paragonato i sacerdoti al sale e alla lampada proprio perché il primo si scioglie nei cibi a cui dà sapore, mentre l'altra, diffondendo la sua luce, consuma tutto il suo olio ?"
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(Pubblicato su Cronache Aramonesi anno II n. 4, ottobre 2006.)
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
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