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La tarantella tra storia e mito
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Rassegna stampa Tamburello Festival 2007
La tarantella tra storia e mito
Sulla ribalta
LA TARANTELLA TRA STORIA E MITO
C’è un mondo dentro di noi. E’ fatto di voci lontane la cui eco si sveglia di tanto in tanto per ricordarci chi siamo. Si materializza in certe giornate e riaccende tonalità antiche ed originali della nostra terra. E’ questo il mondo del Tamburello festival, kermesse musicale, appena messa a punto che si svolgerà a Zambrone il prossimo 19 agostop nella sua quarta edizione. Protagonista è la tarantella che richiama il sole del Sud, con le sue tradizioni musicali, ricche di movimenti ritmati, di metafore, ritualità, mix di mito e storia. La manifestazione promossa dal centro studi umanistici e scientifici Aramoni di cui è presidente Corrado L’Andolina, si aprirà con la sagra aramonese, degustazione di pietanze e dolci della tradizione zambronese, sullo sfondo del mercato di prodotti enogastronomici locali, della mostra di opere artigianali, delle botteghe di strumenti musicali della tradizione calabrese, accompagnata dal ballo tambureggiato dei “Giganti Aramonesi” per proseguire con l’esibizione in concerto di Mimmo Cavallaro e i suoi Taranta Project” e dei “Zona Briganti”. Immancabile la danza pirotecnica della “camejuzza”. La serata si svilupperà secondo un impegnativo filo conduttore, che, attraverso le forme musicali, i ritmi, i suoni e i sapori, intende contribuire a recuperare la memoria collettiva, a far conoscere meglio la storia culturale e sociale del Sud per offrirla al popolo delle vacanze. E’ in tale prospettiva di omaggio al Sud ed alla sua musica che la “Sagra” ripropone le tradizionali ricette e fa rivivere gli antichi sapori (dai fagioli di pignata al pecorino del Poro, dalla soppressata alle “nacatule”, dalla “cicerata” alle “pitte pie”) mettendo in mostra i suoi prodotti, le sue opere, i suoi strumenti musicali di tradizione. Tra le più significative espressioni della tradizione musicale calabrese spicca il nome di Mimmo Cavallaro e del suo “Taran Project”. Cavallaro, calabrese di Caulonia, è un appassionato ricercatore nel campo della cultura etnico-musicale e, nonostante la sua giovane età, può essere considerato uno dei maggiori esponenti del movimento “Taranta Power”, creato da Eugenio Bennato. Si esprime musicalmente con tutti gli strumenti della tradizione. Il suo senso del ritmo, la capacità di penetrare l’humus della musica calabrese, gli conferiscono un’aura leggendaria. Mimmo Cavallaro non è solo un ricercatore capace di attualizzare il passato senza fargli perdere nulla, ma è anche un compositore eccezionale che introduce nelle sue ballate il sapore della tradizione e le passioni della gente di Calabria, riuscendo a parlare al cuore dei calabresi come pochi perché, come pochi, è riuscito a comprenderli. Questo è il vero motivo del suo successo. Significativa è la domanda: “Vurria sapiri chu ha formatu lu mundu…” posta nella sua canzone più bella e famosa: “Canzuni di lu marinaru”. Essa si inserisce, infatti, nel sentimento disperato e ironico con cui i calabresi si interrogano su se stessi. Il gruppo musicale “Taranta Power” di bennato è il rappresentante più vivace di una Calabria che sintetizza alla perfezione passato, presente e futuro. Un passato fatto di suoni che ti entrano nel cuore e ti accompagnano per la vita. Un presente vissuto all’insegna di valori positivi, primo fra tutti la gioia dello stare insieme nella propria terra. Un futuro che si costruisce con tenacia e dedizione. La giovane età degli artisti si coniuga con l’antica saggezza di cui sono portatori. Equilibri melodici, suoni travolgenti, canti soavi, balli sensuali. Suggestioni di altri tempi, vitalità e condivisione di momenti indimenticabili. la band di Rogliano condensa tutto ciò. Tamburelli, chitarra battente, organetto, pipita e zampogne, nelle sapienti mani dei “Briganti” hanno il dono di trasferire il pubblico in una “Second life”. Nelle canzoni interpretate, i temi che prevaolgono sono quelli dell’amore e del Sud, il primo, è un sentimento che assume i connotati della passione e dell’eternità. Il secondo, esprime disagio, amarezza e insofferenza nei confronti di una “Questione” che si protrae da oltre un secolo. “Zona Briganti” possiede un’originalità di esecuzione ricca di echi e tonalità antiche fondata sul movimentoe sul ritmo con rievocazioni e accostamenti che affondano le radici nella storia meno conosciuta e studiata della Calabria. Il gruppo e la tarantella costituiscono un binomio inscindibile, riproponendo frammenti di una memoria emblematici della cultura coreutica e musicale calabrese.
Eduardo Meligrana
Pubblicato su Il Quotidiano il 6 luglio 2007, p. 57
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