Zambrone. Nel 1970 divenne a soli 26 anni il primo cittadino più giovane d’Italia
Salvatore L’Andolina non c’è più
Scompare a 74 anni l’ex sindaco socialista. Unanime cordoglio della comunità
di Annalisa Fusca
ZAMBRONE - Idealista e pragmatico, coraggioso, libertario e tenace, strenuo difensore dei deboli e combattente per la giustizia sociale. Questo il profilo amministrativo del professore Salvatore L’Andolina, deceduto ieri mattina (a 74 anni), che ha ricoperto la carica di sindaco di Zambrone dal luglio 1970 al gennaio 1972 e dal luglio 1983 al febbraio 1990 (dopo avere vinto altre due elezioni: 1983 e 1988). Insegnante di Lettere ha saputo forgiare non soltanto il bagaglio culturale, ma anche quello umano ed educativo di tante generazioni. La scuola ha rappresentato una parte della sua vita di primo rilievo. Lui conobbe da allievo una scuola posizionata alla men peggio nelle baracchette zambronesi, composta da pluriclassi. Negli anni della scuola media e del Liceo classico, ogni giorno attraversava a piedi cinque chilometri di strada sterrata per poi raggiungere la stazione di Zambrone e da lì prendere il treno per Tropea. E infine l’Università di Messina dove si laurea in Lettere.
Seguiranno gli anni del precariato nel Crotonese e dell’immissione in ruolo. In gioventù conosce Anna Maria Scrugli, anche lei frequentante l’università di Messina, medesima facoltà e poi insegnante. Dal matrimonio nascono due figli, Corrado e Olga, cui diede il nome dei suoi amatissimi genitori. Amò più di se stesso i fratelli Massimo, Antonio, Carlo, la sorella Ninì e Valentin considerato come un terzo figlio e scomparso prematuramente. Egli non fu soltanto un insegnante di Lettere, ma fu soprattutto uomo erudito e di cultura sconfinata. Amava ogni genere letterario e la saggistica. Penna felicissima e intelletto brillante ha scritto articoli e riflessioni segnate da una delicatezza e profondità di pensiero di rara bellezza. Conosceva i classici greci e latini a menadito e considerò l’Iliade un’opera per molti versi insuperabile. Ma soprattutto era fine conoscitore della letteratura russa e statunitense. Della prima apprezzava Puskin, Gogol, Dostoevskji, Tolstoj. Della seconda Twain, London, Faulkner, Edgar Lee Masters. Dei pensatori contemporanei amava la qualità intellettuale di Malaparte, Popper e Sciascia. Ma l’elenco degli autori letti e studiati sarebbe interminabile, come la sua libreria personale. La sua grande passione fu la politica. Si iscrisse al Partito socialista italiano che era poco più che un ragazzino. E seguì fino in fondo, con coerenza, le sue sorti, nella buona e nella cattiva sorte. In gioventù apprezzò tutti i giganti della tradizione politica riformista, da Turati a Nenni, da Lombardi a Pertini, da Giacomo Mancini a Vassalli. In Calabria, ebbe un rapporto di affettuosa amicizia anche con Cecchino Principe e con Saverio Zavettieri. Non si dimenticò mai dei socialisti zambronesi suoi amici fraterni, Micuccio Grillo (putigharu) e Domenico Giannini. In seno al partito ricoprì cariche di primissimo piano dirigenziale. E così nelle istituzioni. Nel 1983 lavorò presso il Ministero del Lavoro (retto da Gianni De Michelis). Fu direttore dell’Irre Calabria per oltre un lustro. Fu impegnato nell’amministrazione locale con alterne vicende. Nel 1970 divenne a soli 26 anni il sindaco più giovane d’Italia. Quella esperienza durò poco a causa di un contesto locale, regionale e nazionale avverso. Poi subì la sconfitta per due elezioni consecutive. Infine, nel 1983, dopo cinque anni di battagliera opposizione, venne eletto nuovamente sindaco del Comune di Zambrone e rimase in carica fino al 1990. In loco ha legato il suo nome a tante battaglie di progresso civile, culturale e urbanistico. Amministratore onesto e rigoroso, puntale e severo, lungimirante e tenace manifestò una dolce e franca capacità relazionale coi suoi compaesani. La sapienza dei contadini, i sacrifici degli operai, le difficoltà collegate all’emigrazione di tanti amici, segnarono il suo spirito, da tutti giudicato nobile e sensibile. Porta con sé un vasto modo di ricordi, sapienza, conoscenza, valori e amore. Alla sua famiglia, ai cittadini e a quanti gli vollero bene il compito di fare tesoro di un’eredità d’affetti, cultura e ideali protesi a realizzare un’umanità migliore che ha caratterizzato la sua pubblica azione e la sua vita privata. I funerali si svolgeranno in Zambrone, nella chiesa “San Carlo Borromeo”, oggi alle ore 16.
Pubblicato su Il Quotidiano il 5 aprile 2018, p. 20