CONTRO IL CONFORMISMO ORIENTATO DA UN PENSIERO NEO FEUDALE
Zambrone, riflessione in occasione della ricorrenza sull’autonomia municipale
Il 4 maggio 1811 venivano istituite molte realtà municipali. Merito di re Gioacchino Murat che grazie al regio decreto numero 922 affrancava molte comunità dal giogo spesso tracotante di aristocrazie distanti dalle esigenze della popolazione e indifferente al destino di quest’ultima. Fra i Comuni istituiti dal citato decreto murattiano anche quello di Zambrone che da quel momento avviò un autonomo percorso di crescita e di sviluppo teso all’emancipazione da ritardi, soprusi e ingiustizie. Una data importante, quindi che ha dato lustro e onore a quanti hanno sempre creduto nella giustezza della democrazia. Il Comune di Zambrone, come tutte le realtà locali attraversa una fase estremamente complicata. Tante le emergenze e le criticità. Eppure, l’umanità della sua popolazione, la gioiosità dei ragazzi, la vitalità dei giovani, la saggezza degli anziani, il senso del sacrificio dei lavoratori, la grazia delle donne fanno bene sperare in un futuro costellato da crescita civile, culturale ed economica. Non è soltanto questione di “ottimismo della volontà”, ma consapevolezza che l’unità di intenti orientata nella direzione del progresso e combinata con l’orgoglio identitario possano offrire occasione di un concreto ampliamento delle opportunità. Innanzi ad un contesto politico-culturale contagiato dal conformismo si potrebbero offrire molteplici dati, desunti dall’attualità e dalla prassi che smentiscono, sia politicamente che economicamente, l’opportunità delle macro aggregazioni comunali: ampliamento dei costi pubblici, maggiore indebitamento degli enti, qualità dei servizi più modesta e così via. Ma soprattutto è chiaro che tutti i processi decisionali più sono distanti dai territori e dalle comunità rappresentate e maggiore sarà l’affievolimento della democrazia. Unitamente alla creazione di molteplici municipalità, Gioacchino Murat applicò la riforma sull’abolizione della feudalità introdotta da Giuseppe Bonaparte nel 1806. Il nesso è evidente. Non c’è nostalgia di quel passato premurattiano e alcuna volontà di proiezioni verso nuove forme di feudalesimo. Anche in un piccolo comune come Zambrone c’è invece consapevolezza delle sue risorse ambientali e umane che, unite al consolidamento della memoria storica e della buona amministrazione, proietterà la comunità verso un futuro ricco di speranza e fecondi risultati.
Corrado Antonio L’Andolina
Sindaco del Comune di Zambrone