È morto Vincenzo De Ferrante, ex sindaco negli anni ’60 e insegnante
SCOMPARE UNA FIGURA STORICA DEL PAESE
Rimarrà forte il legame col cuore degli zambronesi e la stima di tutta la comunità
di Corrado L’Andolina
ZAMBRONE - Correva l’anno 1960. La campagna elettorale si era svolta in un clima sereno ma combattivo. L’inverno, insomma, era stato “caldo”. Per la prima e unica volta nel corso della storia locale (e di poche altre realtà) si votò con un sistema elettorale particolare. Per cui il capoluogo e le frazioni elessero i loro rappresentanti disgiuntamente. In tal modo, l’esito delle elezioni consegnò all’amministrazione comunale quindici consiglieri. Fra questi, anche un giovane insegnante: Vincenzo De Ferrante. Il consiglio comunale risultò composto da personalità autorevoli e molto popolari presso le comunità di riferimento. All’epoca, vale la pena ricordarlo, i cittadini votavano per l’elezione del consiglio comunale che a sua volta eleggeva il sindaco. L’insediamento avvenne il 7 dicembre. L’esito della votazione consiliare, per l’elezione alla carica di sindaco, fu il seguente: Vincenzo De Ferrante, otto voti; Michele Purita, sei voti; Domenico Piccolo, un voto. E così De Ferrante, all’età di 35 anni, divenne primo cittadino di Zambrone. Fra le opere realizzate durante il mandato, il primo impianto moderno di pubblica illuminazione a Zambrone capoluogo e alla località Madama. Poi venne chiesta al ministero dei Trasporti la realizzazione del secondo binario ferroviario, che sarà eseguita dopo qualche anno. Nel 1963 venne dato un forte impulso alle opere pubbliche. E così fu approvato il progetto per la costruzione del primo edificio scolastico della frazione San Giovanni. Fra le altre opere, la sistemazione delle acque reflue della frazione Daffinà e la realizzazione della strada della marina, denominata “Lenzuia”. Tra le varie curiosità, anche la nomina temporanea di un applicato in esperimento presso l’ente, Salvatore L’Andolina che diventerà sindaco a distanza di pochi anni. E non solo: Salvatore L’Andolina, Domenico Varrà e Pasquale Landro (tutti destinati a ricoprire la carica di primo cittadino zambronese) furono suoi alunni. Il suo ruolo d’insegnante fu determinante nell’impegno speso, in qualità di sindaco, per l’istituzione della scuola media. In un’intervista di qualche anno fa rilasciata al periodico locale, Cronache Aramonesi, fu lui stesso a ricordare l’episodio: «Zambrone, in verità, non avrebbe avuto diritto al suddetto istituto, in quanto la sua popolazione era inferiore ai tremila abitanti. Si usò, per raggiungere lo scopo, un escamotage. Giuridicamente, la scuola media venne classificata come “Posto di ascolto televisivo” e venne ubicata all’interno del municipio». Nella relazione di fine mandato del 7 ottobre 1964 dichiarava: «Non ho trascurato di fare notare alle autorità politiche che Zambrone per la sua ubicazione ha tutti i requisiti per essere dichiarata zona turistica ed di conseguenza concedere i benefici di legge. Mi sono interessato assieme agli amministratori di risolvere i problemi dei cittadini. Prego i futuri amministratori di non trascurare tutte le pratiche impostate e riguardanti, in particolare, le opere pubbliche». Nella sopra menzionata intervista rilasciata al giornale locale, rivolgendosi ai giovani disse: «Abbiate fiducia nel futuro, siate leali e corretti, l’etica del lavoro ispiri le vostre scelte». Con la scomparsa di De Ferrante, avvenuta l’altro ieri a Lamezia Terme, Zambrone perde una figura di alto prestigio. Innanzi tutto un insegnante e un educatore, attento e scrupoloso, di varie generazioni. In secondo luogo, un amministratore capace e rigoroso che ha offerto il suo prezioso contributo alla crescita civile della comunità. Rimarrà forte il legame col cuore degli zambronesi e la stima di tutti.
Pubblicato su Il Quotidiano il 27 maggio 2015, p. 31