LA SCOMPARSA DI MIMMO CENTRO
Ieri è deceduto lo storico militante e dirigente del Partito Socialista Italiano
È scomparso ieri Mimmo Centro, storico dirigente regionale del Partito socialista italiano. Socialista di razza, coriaceo, combattivo, appassionato militante e dirigente di una tradizione politica nobilissima. Il suo socialismo era prima di tutto umanitario. La filosofia di vita, chiarissima. Per lui valeva l’antico motto di Pietro Nenni, il quale sosteneva che la funzione dei socialisti era quella di portare avanti chi era rimasto indietro nella scala sociale. Un umanitarismo che non sfociava in atteggiamento di mera filantropia. Piuttosto, in una politica solidaristica che poneva al centro dell’attività, il diritto della personalità di esprimersi liberamente e nella sua totalità. Colpiva di lui, la passione che esprimeva nella prassi. Lo faceva negli interventi pubblici. La sua oratoria non lasciava spazio alla prevedibilità. Comizi, discussioni e confronti erano sempre segnati dal suo tono di voce deciso e coinvolgente. Le accese argomentazioni erano fondate su una cultura ricca che aveva assimilato nella cosiddetta scuola di partito, quella socialista, appunto. Assidua la frequentazione coi grandi del socialismo calabrese. Per Giacomo Mancini aveva una speciale stima e lo considerava il migliore uomo di governo che avesse espresso la Calabria, dal dopoguerra ad oggi. Di Francesco Principe apprezzava, soprattutto, la sua capacità oratoria. Mimmo Centro era stato protagonista attivo di una parte di storia calabrese segnata dalla lotta per l’emancipazione del territorio da ogni forma di arretratezza. Una lotta che lo ha impegnato in prima persona e per tutta la vita, a partire dalla sua amata Briatico fino ad ogni angolo della Calabria. E lo ha fatto con grande onestà materiale, morale e intellettuale. La lealtà ha segnato tutto il suo percorso e impegno politico. Era depositario di un’infinità di aneddoti collegati alla sua lunghissima esperienza. Fu presente in prima persona in tanti congressi, direzioni regionali, segreterie provinciali. E di ogni iniziativa sapeva preservare qualche curiosità, un insegnamento, una scelta, una battuta. Era, insomma, un tesoro inesauribile di lezioni politiche, episodi e scelte che sapeva veicolare con la sua affabilità e vis comunicativa. Fra l’altro, la sua presenza era sempre attiva. Interveniva in prima persona per argomentare analisi e proposte. Sapeva ascoltare ed elaborare quelle degli altri con spirito critico. Altro tratto che lo rendeva un socialista doc era la sete di libertà. Non c’era intervento che non fosse condito di libertà, appunto. Conosceva molto bene la Calabria ed era assertore di una grande verità: la Calabria, da sempre vive con un forte deficit di libertà. Mimmo si è adoperato tutta la vita per colmare questo deficit. Lo ha fatto con coerenza, operosità ed estremo altruismo. La sua casa di Briatico spesso venne anche adibita a sezione di partito. E ciò ad ulteriore dimostrazione del suo carattere, portato a un impegno totalizzante per l’affermazione della giustizia sociale. In tale battaglia, il veicolo principale per lui era il Psi. Mimmo Centro era un socialista vecchio stampo. Affettuoso e premuroso verso i compagni, tollerante e propenso al confronto con gli avversari, rispettoso delle istituzioni, ribelle innanzi a ogni sopruso o ingiustizia. Aveva recepito dagli anziani socialisti la tenacia di tante lotte sociali, sempre a difesa dei lavoratori. Sapeva trasmettere ai giovani il senso dell’appartenenza politica. Il compagno Mimmo Centro, socialista d’altri tempi lascia un’eredità di coraggio e di ottimismo della volontà al servizio di un’idea di progresso per il popolo calabrese.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Il Quotidiano il 3 giugno 2015, p. 22