presente e passato
ANNARITA CASTELLANI E I SAPORI DIMENTICATI
Convivialità e famiglia, costituiscono un binomio solido. I momenti solenni della vita familiare, si svolgono, infatti, in rilevante misura, intorno alla buona tavola. Annarita Castellani, autrice del volumetto “Dalla cipolla alla ‘nduja. Arte in cucina”, prende spunto proprio dal suo legame profondo con la famiglia (dalla quale ha appreso l’ars culinaria, ricette del passato e non solo) per raccontare una storia d’amore, quella per la tradizione gastronomica calabrese. Il ricettario vergato dalla giovane ricercatrice é totalmente scevro da pretese antropologiche o didattiche. Il testo è essenziale, immediato, fruibile da massaie e buongustai. Il manuale si segnala per la sua capacità di “raccontare” pietanze succulente e stimolanti per il palato. Non c’è alcuna pretesa culturale (strictu sensu) nell’elaborazione del testo, né finalità recondite o astruse. Eppure, il libro della Castellani, per sua stessa natura, fa cultura. La componente culinaria, infatti, rappresenta un riferimento costante per ogni comunità. Da evidenziare anche l’accattivante fotografia di cui è corredata l’opera. Insomma, il saggio cattura l’attenzione, i sensi, la fantasia. Un’opera che va riposta in cucina, sempre pronta per l’uso ed a portata di mano. Ma che non sfigurerebbe neanche nella biblioteca dello studio… perché se è vero che le eroine di Jane Austen mantengono intatta la loro capacità di far sognare ad occhi aperti, è anche vero che un piatto di “fileia alla ‘nduja” conserva analoga potenza calamitante (sebbene orientata su un piano differente). Per come emerge da questo lavoro di ricerca, la cucina calabrese si mette in luce per la sua straordinaria capacità di celebrare pietanze molto gustose, con un bilanciamento nutrizionale di prim’ordine e ciò, grazie a ingredienti cosiddetti “poveri”. Troneggiano in questo virtuoso circuito gastronomico due prodotti alimentari: la ‘nduja e la cipolla. La prima legata all’allevamento del maiale (passaggio fondamentale nella cultura contadina calabrese), la seconda, impiantata dai Fenici e dunque simbolo della storia ultra bimillenaria della Calabria. Ma dissertare su questi due prodotti, servirebbe a ben poco; il web a tale proposito, abbonda d’informazioni. Vale la pena sottolineare, invece, come le ricette proposte, costituiscano un meraviglioso percorso all’interno di una convivialità semplice ma non semplicistica, ricca di sapori forti; insomma, qualcosa che ha molto a che fare con la “calabresità”. Per George Bernard Shaw: «Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare». In terra di Calabria, sul piano della legalità non si possono fare sconti. Né si può fiancheggiare la deriva relativistica dei tempi odierni. E dunque, l’unico spazio nel quale dare libertà ai sensi… rimane ciò che potenzialmente potrebbe fare aumentare il volume corporeo. Ma poi, si sa, tutto dipende dalle relative porzioni. Il libro della Castellani, in tal senso, offre un autorevolissimo spunto per assaporare ciò che fa ingrassare… senza necessariamente cambiare taglia!
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 29 luglio 2012, p. 25