un restauro “laborioso”
IL QUADRO E QUELL’ESILIO DURATO OLTRE TRENT’ANNI
ZUNGRI Lo scorso mercoledì il quadro “Madonna del Rosario e misteri” ha fatto rientro dal suo luogo di provenienza. La sacra tela era stata consegnata alla Sovrintendenza delle belle arti di Cosenza per un corposo restauro. Per la precisione, era stata affidata alle esperti mani dei restauratori il 18 settembre 1976 dal parroco dell’epoca, don Paolo Pietropaolo. Lunghi, i tempi del restauro cui si è aggiunto qualche imprevisto e intoppo burocratico. Superati tutti gli ostacoli, il quadro (in origine, erroneamente, si era ipotizzato che l’autore potesse addirittura essere Mattia Preti) è stato restituito alla comunità. Per celebrare l’evento è stata celebrata una santa messa, presso il locale santuario mariano, da parte del sacerdote dell’arcipretura Sant’Andrea apostolo di Parghelia, don Giuseppe Florio. La funzione liturgica è stata concelebrata insieme alla guida spirituale degli zungresi, don Felice La Rosa e a don Pasquale Sposaro, titolare della parrocchia Santa Marina Vergine di San Giovanni di Zambrone. Presenti alla celebrazione religiosa il sindaco Francesco Galati e il comandante dei carabinieri della locale stazione, Dario Randazzo. Tra i fedeli accorsi per ammirare la statua si sono registrati momenti d’intensa emozione. I più anziani, in particolare, avevano impresso nella memoria il quadro in questione. I loro occhi lucidi sono il simbolo più evidente della loro profonda commozione. Il titolare della parrocchia zungrese, dedicata a San Nicola di Mira, don Felice La Rosa, ha dichiarato: «Restituire il quadro alla comunità era un impegno morale e materiale che avevo assunto sin dal momento della presa di possesso della parrocchia. L’obiettivo raggiunto è motivo di grande soddisfazione per l’intera comunità. L’auspicio -ha concluso don La Rosa- è che essa tragga ulteriore ispirazione e stimolo per una preghiera costante, puntuale e intensa». Il quadro, in effetti, è assai suggestivo e sarà custodito presso il santuario Madonna Santissima della Neve, sito nel centro storico. Interessanti, le vicende legate alla sua origine. A scoprirle, Francesco Fiamingo appassionato e studioso di storia locale. È stato proprio lui a rispolverare gli atti del convegno provinciale di Nicotera della fine dicembre 1995, promosso dall’amministrazione provinciale e dal titolo “I beni culturali del Vibonese. Situazione attuale; prospettive future”. In virtù di quanto riportato in tali atti, risulterebbe che il quadro sia opera di Giulio Rubino, artista vibonese che operò nella metà del diciottesimo secolo. L’ipotesi è saldamente suffragata dall’esistenza di un identico dipinto custodito presso la Concattedrale di Nicotera, Santa Maria Assunta, a firma del medesimo pittore. Una curiosità: gli atti del convegno assegnano al quadro una denominazione leggermente differente, “Madonna del Rosario e Santi” ed era originariamente custodito presso la chiesa parrocchiale.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 18 settembre 2011, p. 32