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LO SPIRITO LIRICO DEL TEMPO PERDUTO
Ricordi in versi di Antonio Furchì, l’artista poliedrico di Ricadi
RICADI Antonio Furchì, originario di Santa Domenica di Ricadi, è un artista che spazia dall’arte alla poesia con una naturalezza tipica di chi è dotato di una personalità poliedrica e versatile. Nell’agosto 2006 ha fondato l’ “Associazione dell’Angelo” con sede in Tropea. Lo scorso anno ha pubblicato una raccolta di poesie intitolata “Emozioni di Luce”. Poco tempo fa la casa editrice Albatros di Roma ha ristampato il suo libro di poesie “Ricordi antichi”, che include trentatre composizioni. Nella prefazione, Carla De Carli mette in evidenza la profonda spiritualità che ammanta l’opera e afferma: «Sfogliando le pagine sembra di entrare in un mondo fatato, dove gli abitanti sono gli angeli e le creature divine. E’ un mondo molto intimo dove occorre entrare in punta di piedi perché i versi ci conducono direttamente nell’animo dell’autore, un personaggio estremamente sensibile ed eclettico». Nella presentazione, Ilaria Ruffa aggiunge altri dati utili a delineare la traccia del libro: «”Ricordi Antichi” non è una semplice raccolta di poesie, è la storia di un’anima che vive, lotta, spera, ama, soffre, gioisce… Un compendio di emozioni, filtrato attraverso gli occhi di un uomo dalla sensibilità straordinaria». Nella sua nota critica, l’artista tropeano Giuseppe Vitetta scrive: «E’ questo un libro poetico, sapiente, pensato e scritto con il coraggio di essere semplice, come nella sua vita. Antonio ci racconta con le sue rime, le sue esperienze e i suoi dubbi, fede nella scienza e sicurezza nel senso religioso del vivere e del morire». Nei versi del poeta ricorrono spesso immagini tratte da frammenti storici e paesaggisti locali. Riflessi positivi del passato e brillanti sfavillii del presente, alimentano la trama poetica di un libro che si nutre di continui sussulti interiori. La semplicità della sua dimensione poetica si combina alla perfezione con una trascendentalità profonda. I versi risultano impreziositi da un’intensità comunicativa sorprendente. La “narrazione” dei suoi ricordi e stati d’animo, è sempre coerente e rifugia da soluzioni banali. La sobrietà lessicale viaggia di pari passo con il rigore della sua vis poetica che ammalia il lettore fino a proiettarlo in un mondo antico capace di fargli comprendere meglio quello contemporaneo. Notevole l’intensità espressiva che giunge diretta nei meandri più fitti dell’animo umano in virtù di un lirismo accattivante. E a proposito di lirismo va rilevato che nell’antica Grecia, persino le norme giuridiche venivano cantate. Nel mondo contemporaneo, invece, domina la freddezza di un inchiostro asettico che a tratti sembra nutrirsi solo di nastri e cartucce. L’opera di Antonio Furchì rappresenta un piccolo ma significativo esempio della necessità di recuperare lo spirito lirico del tempo che fu, per vivere il presente con la serenità nel cuore e sperare in un futuro illuminato da bagliori poetici.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 9 febbraio 2011, p. 36