ZACCANOPOLI IN FESTA PER DON SICARI
Il parroco raggiunge il traguardo dei dieci anni di sacerdozio
ZACCANOPOLI «Non temere piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno» (Lc 12,32). Con queste parole Gesù delinea, innanzi tutto, l’identità della sua comunità. Il gregge è un’immagine che evoca tenerezza, semplicità, mansuetudine che poi sono i connotati di chi aderisce al Vangelo. L’aggettivo «piccolo», invece, definisce i contenuti della parabola. Il vocabolo usato da Gesù, infatti, non esprime soltanto un elemento quantitativo. La «piccolezza» è soprattutto un monito contro la tentazione dell’apparire sull’essere. Il primo dovere di ogni pastore, pertanto, è quello di porre al centro del suo ministero la fiducia nel Padre e nel suo Regno vivente. Ed è proprio questa, la prima regola che da sempre anima la vita spirituale e quotidiana di don Francesco Sicari. Il pastore diocesano appartiene al «piccolo gregge» dall’1 novembre 2000. Nei giorni scorsi, il ministro di culto ha raggiunto un importante traguardo: dieci anni di sacerdozio nella stessa comunità, esercitato senza soluzione di continuità. Dopo pochi giorni dalla consacrazione sacerdotale, effettuata dal vescovo monsignor Domenico Tarcisio Cortese, il 5 novembre del 2000, infatti, prese formale possesso canonico della parrocchia Santa Maria della Neve di Zaccanopoli. Dopo due lustri di sacerdozio nel comune sito alle pendici del Poro, s’impone un bilancio della sua attività pastorale. Il parroco, originario di Tropea, si è subito contraddistinto per la sua umiltà sapientemente combinata con la capacità di mantenere salda e rinvigorita la fede in Cristo. Nessuna concessione a “modernismi” di sorta, ma ciò non gli ha impedito di rapportarsi con la gente usando i linguaggi e gli strumenti offerti dalla contemporaneità. Il suo tratto predominante è l’intelligenza vivace che si coniuga con un’umanità sobria e ricca allo stesso tempo. Sobria per le modalità espressive, ricca per i contenuti che esterna in maniera diretta ed efficace. Il prete da dieci anni si misura con le difficoltà morali e spirituali dei suoi parrocchiani con costanza e puntualità, individuando, di volta in volta, i mezzi per il loro superamento o, in alternativa, le parole giuste per confortare chi ne ha bisogno. Sono molti i risultati conseguiti; giudicati piccoli dagli osservatori distratti, ma in realtà grandi e importanti per chi sa cogliere in essi l’amore di un’attività generosa e mirata. Difficile, riassumerli in poche righe. Nel 2001, istituì i consigli affari economici e pastorale per responsabilizzare i laici nell’azione pastorale comunitaria; puntuali gli incontri con i giovani, linfa vitale di ogni società; varietà e molteplicità delle iniziative culturali e aggregative; valorizzazione del patrimonio religioso artistico presente nella chiesa parrocchiale, effettuato col contributo dei parrocchiani, che si è concretizzata con una serie di importanti interventi di restauro, dalla statua lignea del Cristo morto e deposto a quello della Madonna della Neve, dal restauro della tela dell’Immacolata del XVIII secolo a quello dell’acquasantiera del 1600; molteplici anche gli interventi nella chiesa e nell’acquisto di suppellettili e arredi sacri. Capillare e profonda, la cura e l’attenzione riservate al momento liturgico. Sant’Ambrogio nella sua “Expositio evangelii secundum Lucam” ha scritto: «Ubi Christus, ibi regnum» (Dove c’è Cristo, c’è già il suo regno). La presenza del Risorto, nella piccola comunità zaccanopolese, passa ogni giorno per le mani di don Francesco Sicari, membro di quel «piccolo gregge» che è motivo di orgoglio e speranza per tutti i cristiani di Zaccanopoli e non solo…
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’11 novembre 2010, p. 35