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Il lungo addio dell'Acuapark
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Chiude il più noto parco acquatico calabrese. Era nato diciotto anni fa
Il lungo addio dell'Acuapark
L’Italia è un Paese che non ama i saluti definitivi. Piuttosto gli arrivederci. Ma questa volta si tratta proprio di un addio. E’ quello di Sprizzy, storica mascotte del primo parco acquatico sorto in Calabria. Una struttura immediatamente balzata agli onori dell’attenzione internazionale per la qualità e l’originalità dei servizi offerti. E’ un’ estate torrida quella del 1989. Ma nel profondo Sud è normale. Non è per questo, quindi, che verrà ricordata. La ragione sarà un’altra. Il 13 agosto di quell’anno apre l’Aquapark. Una coraggiosa amministrazione comunale solo pochi anni prima ha demolito le baracche del terremoto datato 1905. Emblema di una realtà eternamente in ritardo con la storia. E ciò nonostante le veementi resistenze politiche, culturali e materiali. Anche per questa ragione la sfida è incerta e dai risvolti inimmaginabili. Sul litorale zambronese sono presenti numerosi villaggi e campeggi. Quasi tutti a conduzione familiare. Un’offerta turistica in ritardo rispetto alle nuove esigenze della clientela. Il turismo, all’epoca, è comunque in piena espansione. Sul settore vengono riposte le speranze di sviluppo. Successivamente in parte deluse. Ma l’Aquapark contribuì a quel sogno e non solo. La struttura venne realizzata in località Marina. Su un’area di sessanta mila metri quadrati. Inclusa quella riservata ai parcheggi. Limitrofa a una delle spiagge più belle del mondo. Nel tempo sono anche aumentate le attrattive. Acquascivoli, kamikaze, sliding hills, piscine con le onde, idromassaggi, fiume lento, laguna Hawaii, piscine baby, Flow rider e surf. Il complesso si è trasformato in uno dei parchi acquatici più famosi d’Italia. Tant’è che è gli sono assegnati prestigiosi riconoscimenti. I “parksmania awards” sono una specie di oscar italici consegnati agli operatori del settore. L’Aquapark è risultata vincitrice nel 2000 per la “migliore organizzazione”, nel 2001 per la “migliore organizzazione e il miglior spettacolo musicale”, nel 2002, nuovamente, per la “migliore organizzazione”. Ben quattordici sono i premi internazionali tributati dall’associazione mondiale dei parchi acquatici. Nel 1998 il suo sito è stato premiato dagli esperti come il migliore della categoria. L’idea dell’Aquapark si è rivelata un ottimo affare. Per la società “Onda Verde Mare S.r.l.” che ha gestito la struttura sin dal primo anno. Ma anche per Zambrone. Il piccolo paesino della costa tirrenica ha acquisito notorietà e una visibilità eccezionale. L’accostamento Aquapark-Zambrone è stato per anni inevitabile. Il tutto con enormi vantaggi per l’indotto e per l’intero litorale. Simbolo concreto di un turismo capace di proporre soluzioni e idee adeguate alla domanda corrente. Un esempio fu la scelta della “Binghillo Blues Band”. Una jazz band calabrese itinerante per anni presente all’interno del parco. Essa accoglieva i visitatori provenienti col treno e li riaccompagnava, alla chiusura, nella vicina stazione ferroviaria. Un’idea semplice, ma accattivante, che esprimeva un’offerta turistica improntata innanzi tutto, sul sentimento dell’ospitalità. L’Aquapark è stata una scommessa coraggiosa, stravinta da chi ha creduto nelle potenzialità della struttura ricettiva e in quelle del territorio di Zambrone. Ovvero da Giuseppe Mancini, il più apprezzato e noto imprenditore della provincia di Vibo Valentia. La sua fu un’intuizione lungimirante. Gli effetti andarono ben al di là dei dichiarati obiettivi. Il parco acquatico è sempre stato gestito sulla base di standard professionali elevati. Il merito è stato di Saverio Mancini responsabile della struttura sin dalla sua origine. I lavoratori stagionali dell’Aquapark sono stati, nel 2006, cento trenta. Un dato certamente non trascurabile. Specie nella realtà vibonese, notoriamente assetata di domanda lavorativa. La conseguenza di tanta notorietà, per Zambrone, è stata anche l’accelerazione del processo di valorizzazione ambientale. Ma su questo specifico punto, occorre precisare che le potenzialità del fenomeno “Aquapark” non sono state adeguatamente sfruttate. Alla fin fine, la prestigiosa struttura non è riuscita a fare da traino allo sviluppo dell’intero territorio. Le ragioni sono molteplici. La storica mancanza di una classe imprenditoriale matura, le carenze strutturali, la cronica insufficienza dei servizi, la scarsa attenzione delle Istituzioni, sono tra i fattori più importanti. Al riguardo, i dati sono eloquenti. Nel 2001 l’Aquapark ha avuto centoquarantotto mila visitatori. Un record. Nel 2006, essi sono stati circa novanta mila. Un tesoro che andava capitalizzato e investito. E che invece è stato dilapidato dall’inerzia e dalla mancanza di idee e di specifici programmi. Il parco dopo diciassette anni è invecchiato. Sono sorte in tutto il Sud Italia strutture similari. Nella società della globalizzazione la domanda turistica, sembra orientarsi verso altre frontiere. Motivi che hanno indotto la proprietà a chiudere i battenti. La passata estate è stata l’ultima stagione dell’Aquapark. Un’epoca durata diciassette anni che difficilmente potrà essere cancellata. La simpatica mascotte dell’Aquapark, Sprizzy, accompagnerà i ricordi dei tanti bambini che l’hanno conosciuta. Ma anche di quanti hanno creduto nella possibilità di costruire una realtà migliore. Di cui Sprizzy è stata la prima immagine quasi a voler ricordare che c’era ancora spazio per i sogni …
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 15 maggio 2007
Associazione culturale Aramoni - Storia e tradizioni del popolo di Zambrone
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