Zambrone. Riscontro positivo per l’iniziativa della “Aramoni”
CULTURA E CONTAGIOSA ALLEGRIA AL LABORATORIO DI BALLI ETNICI
Di NICOLA COSTANZO
ZAMBRONE - Il Tamburello festival è manifestazione di peso. E questo non per la quantità di denaro speso, davvero modesta e in sostanziale regime di autofinanziamento. Il suo “peso” deriva dalla capacità di far divertire quanti incrociano il loro percorso con i momenti del festival e promuovere, al contempo, cultura. Il festival prende il via da un tema specifico e lo sviluppa attraverso molteplici momenti aggregativi tutti segnati da una profonda e seria capacità critica e di approfondimento. Insomma, poche gonnelle per aria, niente spese folli e un rigore pratico e intellettuale quasi d’altri tempi. Con la seconda edizione del Laboratorio di balli etnici, si è ufficialmente aperto il Tamburello festival. Prossima tappa “Tamburelli sulla spiaggia”, col concerto sul lido zambronese del “Duo Istmo d’Italia” che si terrà il prossimo 16 agosto. L’appuntamento imperdibile, come da tradizione, invece, avrà luogo il 18 agosto, allorquando una giornata etnica riempirà le vie di Zambrone col ritmo travolgente delle zampogne calabre. La seconda edizione del Laboratorio è stata interamente concentrata nella giornata dello scorso sabato. Molti i partecipanti all’iniziativa, appartenenti a ogni fascia di età e provenienti da tutta la provincia. Dai piccoli frequentanti la scuola dell’infanzia, ai pensionati. Variegata anche la composizione sociale degli adulti. Buona schiera di avvocati, impiegati, ricercatori universitari, insegnanti e ingegneri. Il Laboratorio è stato tenuto da Agata Scopelliti che è una vera e propria istituzione del settore. Da anni la giovane docente è attiva sul versante del mantenimento della tradizione coreutica e musicale calabrese con particolare riferimento alla sua area di provenienza, Cataforio, piccolo centro situato nella Valle del Sant’Agata, a pochi chilometri dalla città di Reggio Calabria. “’U fora ‘u primu” è il ballo etnico sul quale gli astanti hanno concentrato la loro attenzione. La docente è stata accompagnata nel suo seminario, da un altro bravissimo giovane ballerino della medesima realtà di provenienza, Marco Bruno. “’U fora ‘u primu”, è il ballo tipico della provincia di Reggio Calabria. Una coppia per volta balla all’interno dello spazio circolare preposto alla danza, la “Rota”, mentre gli interventi alla danza vengono regolati dal “Mastru i ballu”. Lo stile insegnato è stato esclusivamente quello legato al “Sonu a Ballu” della Valle del Sant’Agata. L’evento si è svolto nella palestra scolastica del capoluogo tirrenico. Soddisfatto Corrado L’Andolina, presidente del Centro studi umanistici e scientifici Aramoni, il quale ha voluto ringraziare «sia il professore Rocco Cantafio, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Briatico per la disponibilità mostrata dalla scuola nell’ospitare l’evento, sia i partecipanti al corso per la loro carica di energia positiva, sia Agata Scopelliti e Marco Bruno per la puntualità e la serietà della prestazione resa, sia Graziano Ciancio, presidente dell’associazione “Il Tocco” di Motta Filocastro per la presenza e i suoi preziosi suggerimenti». Immagini tangibili di una provincia che, in alcune sue componenti, riesce ad essere antica e all’avanguardia allo stesso tempo.
Pubblicato su Il Quotidiano il 3 agosto 2010, p. 26